Venerdì 20 gennaio 2012 – Ore 21.10 (Sara, Paola, Simonetta, Matteo).

Paola.

Forse, e diciamo forse era meglio non addolcire gli animi, perché chi dolce è, dolce rimane. Chi rabbioso è rabbioso rimane. Non è lo zucchero del cibo che rasserena l’animo. Non è la parola esterna che rasserena gli animi, ma è la volontà di colui o di colei che portano rabbia nel cuore di ripulire e di guarire, per ottenere risultati, pace e serenità, nelle giornate della vostra dura esistenza, che però sappiate è dura perché voi così fate diventare. La pace del cuore, la serenità della vostra anima e l’amore per voi stessi vi porta a giornate fluenti, a giornate serene, nelle quali il lavoro e le difficoltà passano attraverso un velo e voi nemmeno ve ne accorgete. Perché tutto va e tutto si sistema, a secondo di un ordine divino creato e assistito da chi intorno a voi vi ama, vi protegge, vi accudisce e vi segue, per tutta la giornata. Ma chi questo lavoro fa, lo può fare meglio e di più se dentro di voi regna la pace, quella pace che potrete ottenere guarendo le ferite profonde del vostro cuore. Sono tante, non finiscono mai ma uno dopo l’altra raggiungono uno stato di guarigione nella quale l’essere umano esce solido, rinfrancato, restituito a una nuova energia e a una nuova gioia di vivere, perché la pesantezza, la rabbia, la sfiducia non viene più a toccare questo profondo nell’animo. Questo discorso può valere per tanti e per molti ancora perché molti e tanti vivono in questo stato, vivono in questa situazione di sconforto e di sfiducia che si trasforma in rabbia e si trasforma in male di vivere. Molti e molti ancora dovrebbero leggere e comprendere questo messaggio d’amore profondo per il benessere proprio e di chi intorno a loro vive. Molti e molti ancora, perché sono più gli animi che vivono questo disagio che non gli animi che vivono le loro giornate con la serenità che parte dal cuore. Una serenità raggiunta con lavoro e con l’amore per se stessi e con la voglia di riuscire e di uscire da una tenebra oscura che fa ed adombra in modo che non si possano vedere le gioie che la vita offre. Da queste tenebre noi vorremmo che voi tutti, presenti e non presenti, usciate. Molti di voi, o pochi di voi sono usciti da queste tenebre, o sono al confine e vanno avanti e indietro dalla luce al buio, a seconda della loro energia e del loro stato d’animo, ma il compito che vi viene assegnato questa sera è quello di trovare l’energia e la forza per rimanere sempre in quello stato di divinità, in quello stato di luce, che non vi permette, che non vi permette di arrabbiarvi e di soffrire per cose, situazioni dettate dalla parte oscura delle tenebre che vi porta a quel malessere e alla vostra non conoscenza e non consapevolezza di voi stessi e della vostra grandezza interiore. Il vostro compito è questo, non è difficile e non è facile, tutto dipende da ciò che decidete e da ciò che volete. Decidete e volete, pensate se volete vivere nella rabbia, nella costrizione, nella tristezza e nel rancore, o se volete vivere la serenità e la gioia, la leggerezza e la spensieratezza. Decidete in questo momento e noi qui questa sera vi aiutiamo con tutto il nostro amore, vi aiutiamo a sciogliere ciò che in qualcuno di voi è da sciogliere e vi aiutiamo a trovare la via corretta alla soluzione del vostro problema. Questa è una lezione che viene da un cuore una volta ferito, ma ora guarito e risanato. Da un cuore e da un anima che ha conosciuto la rabbia, da un cuore e da un’anima che ha conosciuto la diversità tra il bene e il male. Che ha conosciuto la gioia di vivere ma ha conosciuto anche la pesantezza della sua rabbia che ha portato ad avere malattia molto potente e a dover lasciare questa terra ancora prima di compiere il proprio traguardo, di compiere il proprio cammino. Da un’anima che si è pentita di non aver lavorato su se stessa e di aver lasciato questa terra, e di aver lasciato persone ancora bisognose di lui. Vi prego di scusarmi ma la mia commozione per essere qui giunto questa sera è grande. E’ un onore che mi è stato concesso per amore di chi parla. E’ un onore che mi è stato concesso per onore di chi mi ha prestato la voce. Ringrazio Dio per il permesso concessomi. Tante cose vorrei dire perché in vita tante cose non ho detto, ma chi mi ama ha capito, chi mi ama non ha bisogno delle mia parole. La gioia del cuore vi voglio portare, al gioia e la mente voglio farvi percepire, la gioia della vostra vita è corretto che voi godiate. Coglietela intorno a voi, cogliete intorno a voi la gioia di vivere, amatevi e perdonatevi l’un l’altro. Non abbassatevi a mere discussioni, non abbassatevi a discussioni senza senso, comprendetevi e buttate la vostra rabbia nel fuoco che si trasformi in gioia di vivere, perché in quella gioia tutto arriva e tutto si ferma. In quella gioia c’è la vita dei vostri figli.

Sara.

Da qui al prossimo abbraccio ognuno di voi riceverà una domanda dal mondo esterno. Ognuno di voi dovrà in attento osservazione comprendere qual è la domanda e in quel momento dovrà capire che saranno le nostre parole a rispondere. Questo accadrà a tutti e cinque e solo questo è permesso trasmettere verbalmente. Per il resto vi aspettiamo non il prossimo, ma il successivo giorno nel mezzo esatto della settimana. Dopo il tramontare del sole, all’ora migliore per tutti voi. Continuate con i compiti espressi la volta precedente e consegnate al quinto il suo compito. E ricordatevi che non ha importanza se qualcuno già ha compiuto ed altri devono ancora cominciare. Ci sono tempi diversi e questo è corretto. L’unica cosa che non accettiamo è la ferma situazione. Ora continuate e noi resteremo. Dobbiamo lasciarvi con la voce. Così sia.

 

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