Mercoledì 01 febbraio 2012 – Ore 20.37 (Sara, Paola, Matteo, Simonetta, Achille).

Paola.

Quello stato di falsa euforia, quello stato di falsa allegria, quello stato di non equilibrio, nel quale qualcuno arriva, e pensa di far vedere solo ciò che vuol far vedere, non è corretto per questo posto. Qui si arriva per lavorare, qui si arriva per guarire, si arriva per comprendere ed imparare, perciò anche se è carnevale, le maschere le lasciate fuori dalla porta. Qui si arriva essendo completamente e totalmente se stessi con le proprie paranoie, con le proprie difficoltà, con le proprie consuete difficoltà. Con tutto ciò che è dentro di voi, qui si viene per manifestare, per condividere, per parlare. Le maschere qui non le vogliamo. Potete metterle e far credere tra voi che tutto funziona, ma a noi che non guardiamo il vostro aspetto esteriore, ma leggiamo i vostri cuori, capiamo cos’è che avete bisogno di esprimere e di guarire. Perciò la prossima volta che qui entrate prima toglietevi le maschere. Questo non vuole essere un consiglio, questo vuole essere un ordine per la necessità che abbiamo di farvi arrivare ad una purezza e ad una grandezza per la quale fino a qui siete giunti, per la quale fino a qui avete lavorato. E non pensate di far credere a noi, non pensate di nascondere perché potete nascondere a voi stessi, ma non a chi è dall’altra parte del velo, a chi vi segue durante tutta la vostra giornata, a chi vi vede, vi ascolta e vi guarda nel vostro profondo. Perciò ricordatevi cosa dovete fare al prossimo appuntamento, prima di entrare in questo luogo.

Sara.

Siamo qui ora, e saremo qui domani, ma ciò che sarà il domani e il domani, è in questo istante troppo incerto. Perciò non siamo possibilitati a dare il prossimo incontro. Capirete che è arrivato il prossimo momento quando qualcuno dall’esterno, nuovamente chiederà di noi. Allora poi potrete nuovamente incontrarvi. Non c’è nulla da ridere, come non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma ci sono due grandi errori che l’essere umano in questo momento può fare. Entrare nel panico e sottovalutare Madre Terra. Perciò ricordate, riempite i vostri cassetti e le vostre cantine. L’acqua ci raccomandiamo che sia in bottiglie di vetro. Se volete forse un giorno poterla utilizzare. E’ l’unica che ancora non è contaminata. Non c’è nulla, ripetiamo e vogliamo assicurarvi che non c’è nulla di cui aver paura. Non c’è nulla di cui preoccuparsi perché nelle quattro mura delle vostre case c’è la sicurezza, ma vogliamo e pretendiamo la precauzione e l’osservazione attenta perché chi, chi penserà di avere il potere su di lei, chi penserà che mai ci potrà distruggere, sarà il primo ad essere distrutto. Semplicemente ascoltatela, entrate con lei in contatto, amatela e accettate tutto ciò che ancora e ancora ha da mandarvi. Le case devono essere riempite di pace, d’amore, di calore e di scorte, perché tante possono essere le alternative che seguiranno. Non perché è certo che sarà quell’alternativa, ma perchè a questo punto tante sono le alternative. Abbiamo apprezzato e notato chi ha capito, abbiamo pregato per chi ha riso. Non andate troppo lontani dalla vostra dimora e imparate a sedervi e ad ascoltarla. In questo tempo in cui ci saremo ma non parleremo, chiediamo comunque a voi di trovarvi, riunirvi e continuare il lavoro. Sono le energie maschili che necessitano di essere spronate all’ascolto e alla parola, sono le energie maschili di questa stanza, di questo cerchio, di questa terra, di questa umanità che devono essere aiutate e spronate a lavorare a guarire, a crescere, a comunicare. Ma non con la forza, non con la rabbia che sono esse stesse maschili, ma con l’ascolto e l’amore e la comprensione di chi è nell’energia femminile. Il ragionamento calcolato lasciatelo pure a loro solamente nel momento del bisogno. Poi però ricordiamo all’energia maschile che c’è una cosa che loro non hanno. Non hanno come ha l’energia femminile l’intuizione, la voce del sapere, quel filo diretto con Madre Terra. E quando colei che parla sa è il caso di ascoltarla. E’ come la corona che avete bruciato, è una corona che non potete gettare. Comprendete, comprendete a fondo quando le parole che da voi escono non sono vostre, ma nostre. Ma non comprendetele in voi stessi, comprendetele in colui che di fronte a voi vi parla. Ora tutto è cambiato ed è vero, ed è vero che tanto è il lavoro fatto, ma in questo momento tutto è cambiato, tutta l’energia è diversa e quello che una lunazione fa era un granello di sabbia, perché in quel mondo, in quell’energia era solo un granello di sabbia, oggi, per grazia ricevuta, è a voi una montagna. Perché qui, qui ci sono gli elevati, qui in questa energia tutto viene amplificato, la luce e l’oscurità. E quel granello di sabbia che non trovavate, che non riuscivate ad afferrare, Dio, la suprema divinità vi mostra ora come una montagna. Non  abbattetevi, non scoraggiatevi, e ringraziate perché ora è diventata talmente grande da vederla e abbatterla con un soffio. O come sempre con i passi e con i mezzi che a vostra disposizione sono. E per coloro per i quali voi chiedete e domandate e una lunazione fa avevano montagne e montagne, ora hanno Madre Terra. Non sta a noi e non sta a voi giudicare e spiegare. Saranno destinati come voi sarete destinati. Le strade si dividono come due amici che fanno scelte diverse. Ma è amore e comprensione che gli permette un giorno nell’alto dei cieli di rincontrarsi. Vi mostreremo, vi mostreremo a breve uno spiraglio di qualcosa di concreto perché sappiamo che è così, sappiamo la stanchezza delle nostre parole, sappiamo il freddo nel cuore. Ma vi chiediamo, per donarci la possibilità di ancora e ancora stringervi le mani, alzare le vostre teste, raddrizzare le vostre spalle, vi chiediamo, ascoltate il grido di Madre Terra. Sta camminando, si è svegliata, e sa, sa chi la ama, sa chi non la ascolta. E’ la regina, è la regina che tramite altre regine sa e può parlare. Non sottovalutatela mai. Chiedete a lui, chiedete a lei l’amore, la salvezza, la felicità, la pace, la famiglia. Le parole ora lasciamo al vento, gli abbracci lasciamo nei vostri cuori e quando vi rincontreremo, e quando vi riparleremo chiederemo a tutti voi il resoconto di ciò che vi era stato chiesto e di ciò che avete fatto su di voi. Ma non solo quanto avete lavorato, ma quanto avete realizzato. Perché se il lavoro non da frutti non è il corretto lavoro. Cercate e cercate ancora. Così sia.

 

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