Giovedì 08 settembre 2011 – Ore 21.15 (Sara, Paola, Matteo, Simonetta).

Paola.

Questa sera non parla nessuno. Parlo solo io. Sono tornato e vi sistemo tutti. Signora buona sera.

Sara.

Io ne avevo già il sentore, ma ora sono convinto che nella mia assenza si perde energia, ci si abbatte e si prende tutto troppo sul serio. Concordo però in queste nuove creazioni che donano sorrisi e leggerezza a questo mondo. Concordo meno con le tristezze e le arrabbiature. Sono andato dove ci sono piccoli esseri spaventati, affamati e malati. Loro, nella luce degli occhi hanno la vita, qui sono tornato a vedere la morte negli occhi di molti. Non intendo a questo tavolo, intendo in questa vita di agi, di denaro e di salute. Ho imparato dai loro occhi, ho imparato dai loro sorrisi. Ho imparato quella vita che ora so si può vivere anche essendo morti. Sono pieno di energia, di voglia di costruire, di proseguire, e di portare tanta di quella luce in voi e in loro.

Paola.

Un cuore trafitto ho lasciato, e un cuore trafitto ho ritrovato. Una rabbia repressa ho lasciato, e una rabbia a fior di pelle ho ritrovato. Una nostalgica mancanza ho lasciato, e una nostalgia nascosta ho ritrovato. Un’altra rabbia ancora più repressa ho lasciato, e una rabbia ancora repressa ho ritrovato. Io vi amo, vi sostengo, ma la gioia in voi dovete far uscire. Ammettiamo che per difetto, che difetto non esiste, la vostra vita così fosse fino all’ultimo giorno della vostra rimanenza terrena. E così incazzati arrivate fino alla fine? Meditate su questo, meditate sul fatto che nulla cambi, proseguire 30 anni del vostro tempo rabbiosi, incazzati, nostalgici, tristi. Buttate tutto, tutto dietro le spalle, e iniziate a sorridere, iniziate a vivere. La vostra non è vita. Iniziate a vivere con il sorriso sulle labbra e se non sapete come si fa andate dove io sono stato e guardate le creature che stanno morendo quanta vita hanno. Voi siete creature senza vita, voi e tutta l’umanità che vive nel benessere. Potrei dire che voi già un po’ vi salvate, ma non molto. Ma adesso sono arrivato io e si, con la punta della spada che ancora ho vi pungo il sedere fin tanto che non lo alzate e vi mettete a correre, perché è ora di guardare cosa vuol dire vivere. Ed ogni minuto non vissuto è un minuto di morte avanzata.

Sara.

Mi piace questa porta che si è aperta in questa stanza e ho deciso che nel mio possibile siederò a fianco dell’anima che qui vi parla e vi suggerisce come lavorare in modo che dove possibile, sarò con lei e come lei, con lui e come lui, a voi maestro chiaro, concreto di pulizia, di proseguimento del cammino. Finalmente dopo tempo siete riusciti a percepirlo e a sfruttare l’immenso potenziale che ha questo luogo dove tempo e tempo e tempo qualcuno, qualcuna già ha compiuto lavori d’amore e di crescita. State ad ascoltare le sue parole e le sue guide, ancora e ancora. E non stancatevi mai di chiedere e richiedere. Sarà a voi sempre e costantemente disponibile, anche oggi e poi domani, anche domani e poi domani. Perché, per chi ascolta le sue parole, per chi fiducia ha e lavoro esegue per chi cammina nelle sue parole tutto potrà essere mosso in tempi veloci e veloci. Ora chiudo, stanca è la mia anima e la mia energia. Perché come la signora da poco sono tornato. Qui c’è chi deve semplicemente continuare lo sfioramento ma in maniera diversa del ciclo compiuto. Devi tenere qualcosa nella tua mano che ti dia il coraggio di portare a galla quello che c’è da portare a galla. Finchè non hai trovato quel qualcosa, non iniziare il nuovo ciclo. Prima di continuare devi trovare in te il coraggio di buttare fuori. Poi c’è chi è triste nella sua solitudine ma io ti dico solo una cosa. Non vorrei mai una donna triste nella sua solitudine. Poi c’è chi fa e lavora dicendo che prova. Mio caro sinceramente ti dico che sono fiero che hai iniziato lo sfioramento ma non è sufficiente. Come colei che siede di fronte a te devi sostenerti e aiutarti da qualcosa che ti aiuti ad aprire, a mollare, a by passare, a guardare e a vedere. Altrimenti se non cominci da subito a ingerire qualcosa che muovi le tue cellule, come lei dovrai ripetere il ciclo. E poi c’è chi triste guarda dentro, guarda fuori e guarda dentro. Continua, continua, ancora e ancora di più a battere, a battere. Sempre, sempre di più. Ancora e ancora. Strato dopo strato, livello dopo livello. Arriverai da qualche parte. Spero di essere stato chiaro. Nel nome del Canale del Cuore vi benedico nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.

 

 

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