Venerdì 12 aprile 2002 – (Sara, Paola,V.).

Giunto a voi è colui che doveva arrivare. Sono l’anima dalla veste bianca e porto parole di pace. Mario ha compiuto, Paolo ha sfornato, io arrivo per aprire la porta a colui. Tace il cuore, ascolta la mente ma non sarà lei a decidere, sarà l’anima che incontrerà la sua anima perchè scritto è stato. Il quarto è giunto anche se i vostri occhi non vedono, festa è. Festa sarà. E quando entrerà capirete, capirete la sua capacità di sentire e capire, ciò che a voi manca lui porterà. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra a voi uomini di poca fede. Dio è grande e misericordioso e pezzi unisce quando voi pronti siete per il passo successivo. Ma se ricordi ha delle vostre anime, solo voi punite voi stessi, lui non lo fa. State crescendo con me e anche nel vostro essere umani, mortali e peccatori siete amore e se scendete per guardare il buio delle tenebre forse è per portare un raggio di sole, perché l’amore più grande è andare dove non c’è amore per insegnare l’amore. Ora sarà gioia, parole, abbracci e una festa per chi giunge nuovo. Anche se i vostri occhi non vedono ciò che io vedo, festeggiate con me il suo arrivo e lasciate che la mente pensi a chi possa essere, ma non sarà lei a scegliere, sarà un’anima che incontra un’altra anima. Sorreggo la casa, resto lì perché entri chi deve entrare e perché fuori resti se non ci può amare. Se qualcuno non arriva e non varca quella porta io fuori lo tengo, ricordate. Ma se qualcuno bussa inaspettatamente aprite con il cuore colmo di gioia, io a voi lo porto. Ora vi lascio ai vostri cari ma ricordate, amore porto ai vostri cuori e coloro che amate sani torneranno tra le vostre braccia perché Dio guida le vostre e le loro vite. Amen.

Sono Paolo e vi ho chiamato uno a uno i miei figli per dire loro grazie. Ciò che è avvenuto e avverrà già vi è stato detto. E questa l’unica cosa importante di questa sera. Potrei dire ancora le solite cose a tutti voi, ma è festa, e nei giorni di festa un padre non si permette di ricordare ai suoi figli i compiti da fare. Domani se tornerà lo abbraccerà e gli dirà figlio mio, continua i tuoi studi. E ora vai, corri incontro a colui che è arrivato, abbraccialo e sii felice del suo ritorno. Lo so che non lo vedete all’orizzonte ma c’è e nulla dovete fare se non aprire la porta quando arriverà. (Batte 8 colpi sul tavolo) e aprirete. Paola vuoi dirmi qualcosa? (Paola: no. Voglio solo ringraziare per la serenità che ho dentro di me anche se le cose esteriormente non sono cambiate.) V. vuoi chiedermi qualcosa? (V.: Più che chieder volevo dirti che sto cercando di mettermi a fuoco e sto cominciando a capire quello che volevate dire). Giusta è la strada che segui, ma una sola cosa voglio ricordarti, non ce la puoi fare da solo. (V.: Pensavo di andare da quel signore di Milano). Dove vuoi, non da solo. (V.: Quel Signore di Milano che era sul libro che mi avete mandato). Il nome. (V.: Non lo ricordo). Dillo a lei il nome. (V.: A chi lo devo dire il nome?). A colei che parla. (V.: Quando mi verrà in mente?) Presto. Vede il tuo passato, vede la tua storia e il tuo futuro solo guardando nei tuoi occhi. Non sei l’unico che lo ha incontrato. (V.: Anche tu?). Non farmi parlare, capirai. Mille e misteriose sono le strade del Signore. Grande gioia quando due cuori si riuniscono e in un abbraccio dicono, ciao amico. Di a lei il suo nome e capirai. Vi Benedico nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra a voi uomini di poca fede. Siate pronti ad accogliere colui che lunga strada farà con voi, perché spesso vi ha sognato, e vi ha cercato  e giunto è il momento, ora voi siete pronti per lui, Amen.

 

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