Domenica 05 marzo 2000 – ore 18.42 - (Sara, Paola, P.).

Dolce nettare berrai diceva chi tanto ti ama, ma piccola sorseggialo piano piano. Lo so, so le lacrime che versi nel tuo silenzio, ma sai, ma credi che ogni tua lacrima è fonte di vita per un fiore d'amore. Smettila, a Paola il silenzio, a te la parola. Grida, parla, urla di ciò che c'è in te, a costo della vita ama prima di ogni cosa ciò che alberga in te così non amerai meno colui che la strada aveva smarrito. Se piangerai. Dillo. Se piangerai piccola schuo, starai meglio. Sono le mie lacrime, lasciale scorrere. Sono Paolo, grazie per aver tentato. Tornerai, torneremo (Paola: mercoledì?) No, non ci riuscirai ma non è lungo il tempo. Grazie per essere a me cavaliere. Ogni cosa ho sistemato e quando gli occhi aprirai capirai che è vero. Dolore, pena, sangue ho trovato nel tuo cuore, ma l'amore ho cercato. Triste ero perché non l'ho trovato. Non ho trovato l'amore che potresti dare ma che non sai come dare. Ho chiuso le ferite, ho scacciato il dolore. Il corso naturale della vita, il corso naturale della vita farà tornare integro il tuo cuore ma poi se imparerai l'amore, anche l'amore per la vita, quel dolore non troverà più dimora in te. Si, perché l'amore è più forte, è più forte della vita. Domani vai tranquillo. Non pensare dove andranno i tuoi passi, già tutto è deciso. Ma non pensare che per te ha deciso l'alto dei cieli, tu hai deciso un giorno che nella tua memoria non c'è, scegliesti la strada, quella che qui ti ha portato. Tu cavaliere hai scelto i tuoi dolori, la tua famiglia, le tue donne, tua moglie. Tu hai scelto una strada, una strada che ti portasse al crollo. Tu hai scelto il tuo crollo. Forse non ora, ma allora si. Volevi imparare molte cose in questa vita, volevi capire come tu vuoi vivere, volevi capire i principi della vita per te. Hai scelto una famiglia che ti sorreggesse per farti provare tutto ciò che vuoi provare. Pensavi di chiudere, pensavi di vivere tranquillo, ma il crollo. Il crollo e tu non sai, nella coscienza di oggi, non sai che quel giorno l'hai messo tu nel tuo destino. Tu, nessun altro, solo così potevi conoscere la tua anima e avere un'altra occasione per capire la vita. Uomo nuovo io rido nel guardarti così confuso e impaurito da un amore per le cose, per la vita, per … che tu non conoscevi e non sai dove andrai. Pensi di mettere il tuo prossimo passo in un altro buco che ti porterà ancora più in fondo, ma gioia devi avere perché il fondo è stato toccato e la salita è di fronte e a te. Sono qui per te. Chiedimi ti prego, permettimi di aiutarti, ho ferito il tuo cuore, permettimi di salire. Chiedimi qualcosa. (P.: Vorrei sapere qualcosa su mia moglie). Cosa vorresti sapere ? (P.: Come sta). Vedo una strada di una giovane donna che cammina. La sento stanca, il suo corpo è stanco, ma vedo una luce dove tu hai sempre cercato la luce. No P., non è felice ma lo sarà per quella strada. Lo sarà anche se ora non lo è. Là in quelle braccia un giorno ci sarà il dono più grande dell'amore. Non dico altro, ho curato le ferite, non voglio riaprirle. Si, si P., ti ha amato, ti ha amato come tu l'hai amata, come tu l'hai amata, ma lei ha capito qualcosa che tu ancora devi capire e non sarò io a dirlo. Ora dimmi, cos'altro posso dire? Voglio che tu esca di qua forte, rinvigorito. Non temere di ferire alcuno. Parla. Non è mia abitudine chiedere così tanto la parola altrui ma devo smuovere l'acqua sporca che c'è in te e se io parlassi anche per ore tu potresti non ascoltare, non ascolti mai ciò che non ti piace udire. Ma se tu chiedi e io rispondo, allora ho la tua attenzione. (P.: Non ho più niente da domandarti). Sono 4 gli scalini. Uno, due, tre, quattro. Sulla destra un roseto. Bussi alla porta, porti scarpe nere. Bussi ancora ma non ti viene aperto. Dov'è? Ti chiedi, perché sono vuote le mie braccia? Non ti apre la porta e tu che fai? Lo so che fai, ti ho visto farlo quella volta da lontano e so che lo farai ancora. Ti girerai, farai quei quattro scalini e te ne andrai. Dirai ho bussato ma non mi ha aperto. Ho bussato ancora e ancora ma non mi ha aperto, che dovevo fare? Stringerai i denti, chiuderai il cuore che sanguina ma dirai, ci sono altri giardini, altri portoni a cui bussare e proseguirai. Non sono anima pura perché quando penso a questo provo rabbia. Lo sai benissimo che c'è un'altra entrata, lo sai benissimo che se continui a bussare così piano mai nessuno ti aprirà. Continuerai a restare fuori da quella porta e sentirai da lontano il pianto di un bambino. Vai scappa, continua a dire che non ti importa se non ti hanno aperto, ma smettila di mentire anche a te stesso. Non so se hai capito, forse un soffio di vento sono riuscito a portare nel tuo cuore ma so che sei capace di scacciarlo. Devi tornare al silenzio. Mi dispiace che tu non sai che puoi fiorire e puoi entrare e non sai che se solo bussassi più forte quella donna ti sentirebbe ed è solo lì che ti aspetta, con l'amore più grande tra le sue braccia. Paolo vi benedice nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. P. ti amo di un amore puro e se ti ho offeso ferito, allora ho compiuto il mio lavoro. Se ogni parola è stata per te acqua che scivolava piangerò ma lotterò ancora. Ti benedico e ricorda che puoi amare più di quanto tu conosca. Amen.

Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Bianca è la veste che porto. Paola, donna ti ho portato il tuo dono, ciò che avevi chiesto ma non come l'avevi chiesto. Aspetteremo, non sei pronta, pensavo lo fossi. E' vero. Il mio mezzo non è pronto. (Sara: Cosa posso fare?) Nulla, ci penserò io. Ti chiedo solo di urlare il tuo dolore. Distruggi, distruggi un amore per costruire una vita magari piena d'amore. Uomo di poca fede, Dio ti ha dato dei doni,  grandi doni, immensi doni, non sotterrarli, falli fruttare, solo tua è la scelta. Siate vivi, ricordate che la vita è amore.

 

 

Se vuoi approfondire gli argomenti trattati :